Video di
Andrea Ferraiuolo
Editing di
Jacopo Abballe
Categoria
Amateur
Ombre latenti
Data di pubblicazione
22 Novembre 2023
Azione liquida
Introduzione alla serie: realizzati senza alcun finanziamento esterno e in molti casi portati a termine senza alcun tipo di spesa in termini economici, i cortometraggi di AMATEUR si inscrivono perfettamente nella tradizione di in un cinema amatoriale giovanile che non conosce vincoli o imposizioni. Questi artisti non rifiutano la loro condizione di amatori, ma anzi la glorificano con il proprio lavoro no-budget, affermando le infinite possibilità del cinema e, insieme, un’urgenza espressiva che trascende qualsiasi guadagno.
Nel primo dei due volumi dedicati al cinema – a proposito dei film di Grémillion e Vigo – Deleuze riconosce che quel che “la scuola francese trovava nell’acqua era la promessa o l’indicazione di un altro stato di percezione: una percezione più che umana, una percezione non più tagliata sui solidi, che non aveva più il solido per oggetto, per condizione, per ambiente.” E fa quindi riferimento a “una percezione più sottile e più vasta, una percezione molecolare, propria di un cineocchio.” In questo senso, l’immagine video sembra realizzare ulteriori possibilità percettive, legando la dimensione liquida direttamente alla natura formale dell’immagine: si pensi ai movimenti ondulatori delle videocassette, in cui talvolta un’immagine se ne trascina un’altra vicina; o agli impulsi di un televisore a tubo catodico, che rispondono fluidamente al magnetismo delle calamite come le maree sotto l’influsso lunare; o ancora ai nostri schermi – nei loro riflessi di luce blu – che risplendono come mari nella notte. C’è, insomma, qualcosa di profondamente liquido nell’immagine video, che la rende fuggevole e inafferrabile, misteriosa e romantica. È proprio su tale instabilità che sembra concentrarsi questo cortometraggio amatoriale, le cui immagini non si susseguono in semplici accostamenti analogici, ma si sovrappongo, o meglio si amalgamano le une con le altre. In questo mondo esploso nelle immagini che è il territorio fluido del video, il cineasta riscopre l’idea di una forma mobile, un corpo mutevole. La prima scena – quella di un corpo di donna che si masturba – sembra generare le successive, in una partenogenesi assurda che mette in crisi la natura stessa del film (quel che segue è forse frutto di un delirio masturbatorio?). Azione liquida si riversa sullo schermo come una cascata spettacolare, un film acquatico in cui la visione di Parigi è immersa nel segno di (in)flussi impossibili, e che rivendica l’esperienza di un cinema molecolare, ovvero indirizzato verso possibilità percettive particolari.