Film di
Antonio Nicita
Editing di
Andrea Ferraiuolo
Categoria
Amateur
Narrazioni rotte
Ombre latenti
Data di pubblicazione
21 Giugno 2023
La finestra
Introduzione alla serie: realizzati senza alcun finanziamento esterno e in molti casi portati a termine senza alcun tipo di spesa in termini economici, i cortometraggi di AMATEUR si inscrivono perfettamente nella tradizione di in un cinema amatoriale giovanile che non conosce vincoli o imposizioni. Questi artisti non rifiutano la loro condizione di amatori, ma anzi la glorificano con il proprio lavoro no-budget, affermando le infinite possibilità del cinema e, insieme, un’urgenza espressiva che trascende qualsiasi guadagno.
Siamo davanti a una sorta di emulsione di suono e immagine. Ma partiamo qui da una deficienza: delusione che – anche se magari soltanto per un attimo – non ci possa essere più niente. Ciò per via di uno sguardo disinteressato, annoiato, ma ugualmente curioso. Questo “niente”, che ritorna poi nel film (eterno ritorno di un bel niente), non si lascia in pace, come immagine e come suono, si disturba, si autosabota in quanto è nella noia che nasce la perversa dinamica del gioco dei conflitti. Se vi è una domanda da cui tutto parte, qui la risposta potrebbe essere “un bel niente”. E, sia chiaro, non è arroganza, ma al massimo onestà: si potrebbe dire, infatti, che l’autore senta la necessità di raccontarci il “niente”, attraverso una collisione forzata di elementi, proprio perché delle volte non vi è proprio un bel niente da raccontare (“la vita è un bellissimo niente!”, avrà detto qualcuno). Semmai, così come viene abbandonato il senso della narrazione, viene dato un senso al conflitto “montato” fra gli elementi audio-visivi: questa guerra fra immagine e immagine, immagine e suono, suono e suono nasce anche dal fatto che abbiamo a che fare con un film di montaggio o, per meglio dire, un film di “riciclaggio”. Ed è chiaro che ogni “pezzo”, poi riciclato, possiede una storia, una propria narrativa, che qui si perde definitivamente. A questo scopo, il montaggio si ricicla. Sarebbe difficile ottenere un effetto simile altrimenti. Per ottenere un’IMMAGINE CONTRO IMMAGINE, un’immagine bastarda, diventa necessario il montaggio e laddove quel montaggio è riciclato si crea uno scontro di senso. Stessa cosa per il sonoro. Ogni traccia perde la sua origine, la sua fonte, diventa alienata; persino quel siculo vociare divertito perde il suo gusto e la sua simpatia, ogni narrazione decade. Entrambi però non svolgono funzioni univoche, individualiste; entrambi partecipano al gioco “evocando” qualcosa, per poi ucciderlo. Ritorniamo così al “niente” che ha dato origine al film stesso.