Evento di
Limen Pastiche
Testi di
Limen Pastiche
Musiche di
Hadi Sharaf
Data di pubblicazione
14 Marzo 2024
Tohu wa-bohu
Il 21 dicembre 2023, la redazione di Limen Pastiche ha incontrato un pubblico di collaboratorə, lettorə e curiosə negli spazi di Sangiolab, una neonata realtà sociale nel quartiere San Giovanni di Roma. Nel contesto di In un luogo difficile da rintracciare geograficamente o e sui social, questa esperienza di incontro si è sviluppata seguendo delle suggestioni fortemente underground, in un annullamento di quei principi di accoglienza che normalmente caratterizzano gli eventi culturali. In mancanza di sedie, i lə visitatorəi si sono sedutiə a terra, tra loro molto viciniə, in un ordine sparso e casuale. Il collettivo di Sangiolab ha quindi introdotto la nostra realtà editoriale, aprendo di fatto un breve ma proficuo dibattito sulle possibilità performative di una rivista culturale. Il dibattito, moderato da Luca Santangelo, si è svolto su un terreno di oltre 2500 fogli sparsi sul pavimento, che riproducevano in più copie alcune delle nostre pubblicazioni testuali, tra quelle edite e inedite. In un secondo momento, il pubblico è stato quindi invitato a partecipare attivamente a un gioco di ricomposizione testuale, nel tentativo di rimettere insieme i pezzi delle singole opere in cambio di un premio pescato a sorte. Questo momento ludico è stato accompagnato dalla musica rap di Hadi Sharaf, cantante siriano che in occasione dell’evento ha dato voce a buona parte del suo repertorio in arabo, contribuendo così a una riflessione sulla difficoltà comunicativa del nostro approccio editoriale. Nel raccogliere gli innumerevoli fogli da terra, chi ha preso parte alla ricomposizione è riuscito soltanto dopo alcune ore a scoprire una scritta dipinta sul pavimento, fino a quel momento sepolta: Tohu wa-bohu. Questa espressione ebraica, presente nel libro della Genesi, racchiude il senso di un momento precedente alla creazione del mondo da parte di Dio, prima della creazione della luce. “Unformed and Unseen”, informe e senza luce: tante mani operose su un caos di fogli, una massa di corpi ricurvi e piegati, una musica in una lingua lontana, dei discorsi spezzati, strani, impossibili.
Così come l’ibridazione è elemento cruciale per le persone che collaborano con la nostra realtà, lo è in egual misura nel momento in cui è la redazione stessa a proporre una pubblicazione collettiva e sicuramente ancora qualcosa d’altro rispetto a quelle presenti su Limen. In questo caso, l’accostamento che azzardiamo non avviene tra un elemento visuale e uno testuale o uditivo, scegliendo invece quello che è possibile definire “opera orgiastica”, che vuole unire non solamente forme espressive “classiche”, bensì riprodurre – senza soluzione di continuità o pretese di coerenza – un evento svoltosi in carne e ossa.
Siamo pienamente consapevoli del fatto che una pubblicazione online non è in grado (potremmo dire, ontologicamente) di restituire ciò che è avvenuto il 21 dicembre, ma non è l’obiettivo: nel mezzo di un’ennesima sperimentazione, trasformare un incontro fisico in un elemento mediale significa per noi operare un tentativo, forse fallimentare, forse ingenuo, di dare a chi ci segue più sfaccettature di qualcosa che si vorrebbe mantenere in un’unica forma, sfidando la barriera per eccellenza, tra il fruito e il vissuto, tra la materia e l’etereo.