Opera di
Alice Bellato
Testi di
Alice Bellato
Editing di
Odissea Di Bernardo
Categoria
Narrazioni rotte
Passaggi viscerali
Data di pubblicazione
2 Maggio 2023
Natale ’85
“Natale ’85” è l’inizio di una lettera ritrovata, scritta da mio padre a mia madre, testimonianza di un amore al tempo molto forte e sentito, oggi finito, inesistente.
Partendo dalla necessità di connettere spazio e tempo, identità e memoria, ho deciso di ricamare io stessa la lettera a mano, pensandomi e sentendomi unica prova, resto, legame rimasto di questo oggetto passato.
Riscrivendo la lettera tra coppie di oggetti, talvolta di natura completamente diversa, appartenenti rispettivamente a mia madre e a mio padre, colmo questo bisogno.
Filo di cotone ricamato su tessuti e carta
Oggetti di varia misura
In Natale 85 il bisogno umano di appartenenza e di identità si fa oggetto, si rende concreto e tangibile.
Troviamo oggetti di varia natura e misura tenuti insieme da fili di parole che ci raccontano di un amore ormai lontano, nel tempo e nello spazio, un amore di cui l’autrice si fa portavoce e viva testimonianza: l’amore, ormai finito, fra i suoi genitori. Abbiamo dunque un tentativo di mantenere insieme madre e padre, accostando oggetti appartenuti all’una e all’altro e legandoli insieme.
Si ha così un riutilizzo del passato e una sua conseguente e necessaria riappropriazione, infatti l’autrice attraverso il ricamo di questa lettera ricuce anche il suo passato, la sua memoria, si riappropria della storia dei suoi genitori e del loro amore risignificandolo e incarnandolo. Diventa così prova vivente e tangibile di un amore vissuto ma finito, ma diventa anche altro, come testimonia la sua stessa opera: un’opera che tiene insieme memoria e identità, che mantiene vivo il passato ma allo stesso tempo un’opera che è anche altro: unione di passato-presente-futuro.
Perché solo a partire dalla mancanza, da un vuoto, e dal conseguente bisogno di colmarlo, possiamo riuscire a creare la nostra identità, attraverso l’atto di riappropriazione del nostro passato e della nostra storia, come dimostra l’autrice.